giornata mondiale oceani 2021

Giornata Mondiale degli Oceani: festeggiamola e capiamo da cosa sono minacciati

Posted by

Oceano: vita e sostentamento è il tema di quest’anno per la Giornata Mondiale degli Oceani, evento di sensibilizzazione riconosciuto dall’Onu dal 2008, che festeggiammo ogni 8 giugno in tutto il mondo.
Centinaia di organizzazioni si sono mobilitate per celebrare questa Giornata, con eventi in presenza e virtuali. L’obiettivo è puntare i riflettori sulle minacce della nostra epoca per gli oceani, che sono tante, a partire dall’inquinamento da plastiche.

Si calcola che in media ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscano in mare, e al momento se ne stimano oltre 150 milioni disperse. Una cifra spaventosa.
Arrivano soprattutto dai grandi fiumi di Asia sudorientale, Africa e America Latina, ma anche in Europa abbiamo la nostra parte di responsabilità. Gli scienziati sono in allarme perché secondo una ricerca del World Economic Forum, di questo passo nel 2050 negli oceani il peso complessivo della plastica supererà quello degli animali marini.

Plastiche disperse

Gli oceani sono affascinanti e nello stesso tempo fondamentali per la sopravvivenza umana, sia come fonte di cibo sia per la regolazione della temperatura terrestre.
Le risorse idriche purtroppo sono le più colpite dall’inquinamento da plastica, il cui allarme maggiore è rappresentato dalle microplastiche, minuscoli frammenti di plastica le cui dimensioni vanno da un millimetro fino a pochi micron. Studi recenti dimostrano che ormai si trovano ormai, dagli oceani all’aria e alle rocce, fino al cibo e all’acqua che beviamo.

Anche l’acqua in bottiglia non ne è esente.
Da un recente studio emerge che il 93% delle bottiglie di acqua in plastica risulta contaminato da microplastiche di diversa natura. Ad esempio, il polipropilene, utilizzato per realizzare tappi di plastica, è il materiale più presente nei campioni analizzati, seguito dal nylon.

Stesso discorso per l’acqua di rete, dove è stata rilevata presenza di microplastiche.
Puntando una lente di ingrandimento sulle acque di rete italiane, una ricerca condotta nel 2020 in collaborazione con i gestori dei servizi idrici delle città di Milano, Brescia e Torino ha evidenziato che nell’acqua di falda da cui attingono questi acquedotti la presenza di residui di microplastica è assente o limitata a pochissime particelle.

Microplastiche

Paragonando i risultati ottenuti nei Paesi più industrializzati con quelli registrati nelle aree in via di sviluppo, si scopre che i primi sembrano avere maggiore densità di microplastiche nelle acque di rete rispetto ai secondi, nonostante siano in possesso di migliori infrastrutture idriche.

Ma da dove arrivano questi frammenti di plastica? Le microplastiche primarie sono rilasciate nell’ambiente direttamente in forma di piccole particelle e derivano soprattutto dal lavaggio di capi sintetici, dall’abrasione degli pneumatici e dai cosmetici (come gli scrub). Questa tipologia di microplastica rappresenta circa il 15/30% della totalità di frammenti presenti negli oceani.
Le microplastiche secondarie sono quelle da cui arriva la stragrande maggioranza di particelle nei mari (68-81%), ovvero oggetti di plastica più grandi, come bottiglie, buste o reti da pesca.

Il problema dei contaminanti emergenti

Che effetti hanno le microplastiche sulla salute? Un interrogativo  che ha spinto la Comunità Europea a inserire le microplastiche tra gli elementi normati dalla nuova Direttiva Europea in materia di acqua potabile, in vigore da gennaio 2021.

Se il problema delle microplastiche nell’acqua da bere è destinato ad attirare sempre più l’attenzione di legislatori e gestori di servizi idrici, è possibile intervenire anche a livello domestico per eliminare totalmente la presenza dei microinquinanti. Sistemi di filtrazione avanzati, dall’Ultrafiltrazione fino all’Osmosi Inversa, come quelli realizzati da Culligan – da sempre impegnata nella sensibilizzazione verso consumi d’acqua più sicuri, consapevoli ed ecosostenibili, in grado di eliminare dall’acqua la quasi totalità delle sostanze in essa presenti, inclusi pesticidi, ormoni, composti chimici e particelle inquinanti più infinitesimali, come le microplastiche.

Anna Simone

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.