Antipasti, le verdure non devono mai mancare

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Antipasto veloce, antipasto di pesce, antipasto di mare, antipasto mare e monti: sono davvero infinite le tipologie di proposte gastronomiche per questo momento del pasto, che non manca quasi mai quando andiamo a pranzo o cena fuori.
Mode escluse, l’antipasto all’italiana resiste, infatti, è considerato da sei italiani su 10 il miglior modo per cominciare un pranzo e da quattro su 10 per iniziare una cena, quindi non può mancare quando si mangia tra amici o con parenti; i dati emergono da uno studio promosso dal Polli Cooking Lab, l’osservatorio sulle tendenze alimentari dell’azienda toscana Fratelli Polli.

 

Ma come nasce storicamente l’antipasto all’italiana? Dobbiamo tutto ai romani, all’epoca bisognava cominciare il pasto con verdure e insalate per aiutare lo stomaco a ricevere le altre portate che, nelle case dei patrizi, erano abbondanti ed elaborate. Da questa necessità è nato l’ante-pastum (prima del pasto), che i romani consumavano prima di mangiare carni d’ogni specie.
Soltanto nel 1800 il termine ‘antipasto’ assume la sua accezione moderna, con un’allusione alla prima portata preparata per stuzzicare l’appetito.

“L’antipasto è una creazione italiana – afferma Lucio Meglio, Docente di Sociologia dei processi culturali all’Università degli Studi di Cassino –, che serve a stimolare l’appetito. Dal punto di vista sociale l’antipasto apre alla commensalità della tavola; rappresenta l’inizio del punto d’incontro tra i partecipanti a un banchetto che, nell’assaggiare una prima portata semplice e gustosa, intavolano la conversazione che creerà quel legame sociale proprio dello stare a tavola”.

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L’antipasto all’italiana è particolarmente valorizzato anche dai nustrizionisti, per il contributo a una dieta sana ed equilibrata attraverso un adeguato bilanciamento dei principi nutritivi.
“L’antipasto all’italiana classico (formaggi, salumi dop e verdure) ha il vantaggio di essere composto da prodotti di qualità, che lo rendono valido da un punto di vista nutrizionale, perché contengono proteine di alta qualità. L’aspetto negativo è che questi alimenti sono calorici, per cui aumentano notevolmente il valore calorico del pranzo, quindi è necessario aggiungere delle verdure fresche: pomodori, lattuga, carote, melenzane, carciofi, finocchi, sedano o altre verdure secondo la stagionalità sia per ridurre l’assorbimento dei grassi presenti nei formaggi e nei salumi sia per apportare fibre, polifenoli e antiossidanti che antagonizzano l’effetto nocivo dell’eccesso di proteine animali”, spiega Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo all’Università Campus Bio-medico di Roma.

E gli italiani, come vogliono sia il loro antipasto? C’è chi lo preferisce abbondante e chi vuole sia piuttosto una degustazione gourmet. Al ristorante un connazionale su 2 lo sceglie per la velocità con cui viene servito o anche soltanto per ingannare l’attesa del primo piatto.
Il suo arrivo è percepito con piacere perché porta in tavola i profumi e i sapori tipici di un territorio o con gioia per la sua capacità di evocare cari ricordi di infanzia, quando la famiglia si riuniva insieme alla domenica e l’antipasto era il momento più sfizioso, preparato dalla nonna con i prodotti dell’orto.

Via libera a golosità, ma sempre abbinata alle verdure. Naturalmente non esageriamo con le portate successive!

Anna Simone

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