Il mare va rispettato e temuto. Una volta in spiaggia ho sentito questa frase, un papà spiegava al figlio perché non gli dava il permesso di entrare in acqua: mare troppo agitato.
Qualche anno fa stavo rischiando di annegare, non a largo ma in riva. E io so nuotare, diciamo che me la cavo abbastanza. Le onde erano forti e non riuscivo a raggiungere la battigia. L’ho capito dopo, quindi non immaginatevi grida “aiutooo, aiutooo”, semplicemente non ce la facevo a contrastare la forza del mare e del vento, ricordo che cadevo e ricadevo, anche se l’acqua mi arrivava fino a metà gambe. Da allora entro solo se è calmo!
Quali accortezze è bene seguire e cosa bisogna evitare per non correre rischi in mare?
“Bisogna evitare di rimanere in acqua durante un temporale per non essere colpito da fulmini”, spiega Sandro Carniel, oceanografo dell’Istituto di scienze marine (Ismar) del Cnr di Venezia. “In alcuni punti le correnti di risacca possono ostacolare il nuotatore che torna a riva, sfinendolo anche se molto esperto. In tal caso, è inutile cercare di contrastare il potente flusso di acque che si dirige dalla riva verso il largo, è preferibile uscire lateralmente dal getto, nuotando parallelamente alla costa e risparmiando così le energie per poi ripiegare verso terra in un tratto dove il getto è meno intenso”.
Anche chi si dedica all’attività subacquea deve essere prudente. Chi fa immersioni col supporto dell’autorespiratore deve evitare sempre di andare solo”, continua il ricercatore del Cnr-Ismar. “Deve controllare la propria attrezzatura e quella del compagno e non deve correre rischi inutili sott’acqua.
Stesso discorso per chi si dedica allo snorkeling a pelo d’acqua: deve essere cauto, ricordando di munirsi di apposita boa di segnalazione collegata al proprio corpo per segnalare in superficie la propria presenza in acqua. Le imbarcazioni devono tenersi ad almeno 100 metri da essa”.
Se si possiede un’imbarcazione prima di avventurarsi in mare bisogna a controllare sempre le previsioni meteomarine della zona: potrebbero mutare velocemente, con raffiche di vento, onde alte o che frangono vicino alla costa, tutti elementi che possono rovesciare facilmente una piccola imbarcazione
Fondamentale, poi, avere sempre a bordo l’attrezzatura minima di sicurezza, che può variare in base alla distanza dalla costa entro la quale si farà rotta e al numero di passeggeri e può prevedere semplici giubbetti di salvataggio o segnalatori satellitari di emergenza. È anche possibile documentarsi sulla tipologia del fondale, scaricando sul proprio smartphone una serie di batimetrie costiere, per evitare spiacevoli disavventure sulle secche”, conclude Carniel.
Anna Simone