Polpette, bistecca ai ferri, involtini di carne o fettine alla pizzaiola non sono del tutto salutari.
Nella maggior parte dei casi la carne che mangiamo proviene da animali allevati in modo intensivo, cioè passano tutta la loro vita chiusi in capannoni industriali, sono alimentati per lo più con mangimi coltivati usando pesticidi e fertilizzanti chimici, e sono curati con antibiotici vari.
Questi allevamenti intensivi, poco etici, sono sostenuti anche con fondi pubblici. Greenpeace ha lanciato la petizione Il Pianeta nel piatto per bloccarli. E c’è bisogno della firma di tutti noi.
L’unica via sostenibile è quella di adottare delle politiche che guidino il cambiamento delle abitudini alimentari e dei modelli di consumo.
“Nel 2021 l’Europa – spiegano da Greenpeace – applicherà la nuova Politica agricola aomune (Pac) ovvero l’insieme di regole per l’assegnazione di sussidi e incentivi agli agricoltori e allevatori europei.
La Pac occupa una voce importante del bilancio europeo: quasi il 40% dei fondi che, fino a oggi, sono stati assegnati in modo iniquo. Agli agricoltori e allevatori che vogliono produrre in modo ecologico e sostenibile, spetta solo una minima parte di questi fondi“.
A causa del vasto impatto che il settore degli allevamenti intensivi ha sulla salute umana e quella del Pianeta, al Governo italiano e all’Unione Europea L’associazione ambientalista chiede di:
–mettere fine a sussidi e politiche che sostengono la produzione intensiva di carne e prodotti lattiero-caseari;
– incrementare sussidi e adottare politiche che promuovano la produzione di alimenti da aziende agricole ecologiche e locali;
–raggiungere l’obiettivo di ridurre del 50% il consumo di carne e prodotti lattiero-caseari, entro il 2050.
CARNE DA ALLEVAMENTI INTENSIVI, ASPETTI NEGATIVI
RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI
A causa dell’uso crescente degli antibiotici per curare gli animali, i batteri resistenti ai trattamenti con questi medicinali sono sempre più frequenti.
L’Italia è il secondo paese in Europa per utilizzo di antibiotici negli allevamenti, con oltre 1.300 tonnellate all’anno, somministrati per prevenire le conseguenze di condizioni igieniche e ambientali inadeguate e insostenibili.
ACQUA CONTAMINATA
Fertilizzanti, erbicidi, insetticidi e altre sostanze chimiche utilizzate per produrre mangimi inquinano suolo e corsi d’acqua, così come liquami, nitriti e nitrati derivanti dalle pratiche agricole.
L’acqua contaminata da nitrati e nitriti, ad esempio, è stata associata a problemi di salute quali tumori alla vescica, tiroide, colon, reni, ovaie, stomaco e il linfoma di Hodgkin.
DIABETE, OBESITÀ E ALTRI RISCHI
Più si abbassano la qualità e gli standard degli allevamenti, meno costa la carne, e più siamo incoraggiati a consumarla ignorandone i rischi per la salute.
Le diete con un alto contenuto di carne rossa e lavorata sono associate a vari problemi di salute come obesità, malattie cardiovascolari, diabete di tipo II e alcuni tipi di cancro.
Inoltre, la diffusione di malattie trasmissibili alle persone come l’influenza aviaria e suina o la salmonella, sono importanti rischi per la salute pubblica legati all’allevamento intensivo di animali.
Anna Simone