Il “vecchiaccio”, così si definisce il protagonista del libro Un calcio in bocca fa miracoli, aveva la mania di rubare le penne, ovunque si trovasse. Io le perdo o forse le rubano anche a me! Le perdo da sempre … devo aver iniziato con la paper mate alle elementari! Poi sono passata a perdere le bic, rosse e blu, alle medie. Se aggiungo quelle del liceo e dell’università, non riesco a tenere il conto! Tutta plastica e inchiostro inevitabilmente desaparecidos …
Non va meglio con le altre penne, le sopravvissute.
Quelle volte che per miracolo non le ho perse o rotte, non ho potuto comprare solo l’inchiostro ma ho dovuto acquistare delle nuove penne. Non mi sembra normale. Per quale motivo devo prendere due cose se a me serve soltanto una banale ricarica?!
Ho visto i siti internet di varie aziende che producono penne commerciali. Si fanno portavoce dello sviluppo sostenibile solo perché sono passate dalle penne in plastica a quelle in materbi. E’ sbagliato. A mio avviso non bisognerebbe far leva sulla sostituzione di un materiale con un altro, se poi rimane il messaggio dell’usa e getta. Bisogna investire sul concetto di riutilizzo.
Nel caso delle penne: uso una penna e quando finisce l’inchiostro acquisto una ricarica di inchiostro e non una nuova penna per avere l’inchiostro! Adesso questa semplice cosa si può fare solo se si ha una penna in metallo, e perché non renderla fattibile anche per tutti gli altri tipi di penne? Aziende del settore pensateci, io vi ho fornito lo spunto 🙂
Anna Simone