La faccenda delle buste in polietilene sostituite dalle buste in mater-bi, è come una di quelle storie d’amore che si trascinano per anni nonostante l’amore sia svanito. Stai lì a cercare soluzioni provvisorie o a trovare compromessi per mantenere in piedi la storia, quando la soluzione vera sarebbe mettere un punto e salvaguardare almeno l’affetto legato ai ricordi del passato.
Le buste in mater-bi sono nate per trovare una soluzione alla plastica, ma l’unica soluzione risolutiva è quella di utilizzare sporte riutilizzabili all’infinito. Il problema di fondo non si risolve con il divieto del Governo di commercializzare i vecchi sacchetti in plastica accusati di aver plastificato il quotidiano di ognuno di noi.
Il tradizionale polietilene, tra l’altro, rimane per la composizione dei sacchetti per l’ortofrutta del supermercato: compri dieci prodotti differenti (per una dieta variata) e ti ritrovi con 10 buste inquinanti!
Non vuoi inquinare e vuoi usarne una tua? Ok, ma prima devi superare una serie di difficoltà collegate al legame supermercato-sacchetto. Ad esempio spiegare e chiedere il permesso a qualcuno del supermercato, trovare degli spazi per appoggiare frutta e verdura prima di pesarla e metterla nelle tua retina, arrivare alla cassa e schivare quella automatica perché non legge il prezzo su un sacchetto differente dal loro eccetera eccetera. Interessante la campagna Mettila in Rete, rivolta alla sensibilizzazione sull’importanza di usare una retina nel reparto ortofrutta. Un ulteriore spunto per ridurre gli sprechi con intelligenza, buon senso e poca fatica!. Tutte le informazioni le trovate in questo mio articolo su Tekneco, dove Silvia Ricci, coordinatrice della campagna, mi ha fornito delle originali considerazioni cui non avevo mai pensato.
Buona lettura
Anna Simone
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