Siamo tutti e sempre alla ricerca di mare pulito. Molti di noi si rifanno alle bandiere blu, assegnazioni che non garantiscono di potersi fare il bagno in acque marine cristalline.
La classifica delle migliori località balneari della penisola, legate alle bandiere blu, è stilata in base alle candidature spontanee che arrivano. Il punteggio ottenuto prende in esame non solo parametri strettamente correlati alla qualità dell’acqua e alla gestione ambientale, ma anche quelli legati ai servizi di contorno.
Le informazioni sulle acque potrebbero cambiare in base ai siti di riferimento degli Enti consultati. Così per qualcuno il tratto di mare “pinco pallino” è pulito, per qualcun altro no. Potete fare un controllo voi stessi e mettere a confronto le informazioni!
Portale acque
Sul Portale Acque del Ministero della Salute sono riportate informazioni legate alla qualità delle acque italiane di balneazione, in tempo reale e lungo tutti i tratti di costa. Cosa vuol dire? Sono balneabili le acque che non presentano inquinanti o quantità di inquinanti pericolosi per la salute umana. Ma ciò non vuol dire che ci si trovi in tratti di mare cristallino. Basta inserire il comune che ci interessa per visualizzare sulla mappa dove si trova il punto di campionamento, se l’acqua è balneabile, o al contrario presenta analisi fuori norma. O ancora se c’è il divieto di fare il bagno a causa dell’inquinamento, delle fioriture algali, dei cianobatteri o di altri motivi.
Guida Blu
La Guida Blu di Legambiente analizza numerosi parametri di riferimento e a seconda del punteggio raggiunto dalle località marine sono assegnate le vele. Ogni parametro è riconoscibile da uno specifico simbolo. Lo stato di conservazione del territorio e del paesaggio è indicato con i petali; la qualità dell’accoglienza e la sostenibilità turistica sono indicate con le stelle; la pulizia del mare e delle spiagge, la presenza di spiagge libere e così via, sono legate al simbolo dell’onda; le località che offrono luoghi di interesse storico-culturale, musei, siti archeologici e così via sono contraddistinte dal simbolo del castello; i comuni che hanno promosso iniziative nel campo della gestione sostenibile sono legati al simbolo della foglia; la presenza di fondali interessanti per chi pratica l’attività subacquea e di servizi a terra sono legati al simbolo della maschera; i comuni che hanno adottato misure per ridurre la plastica monouso sul proprio territorio sono riconoscibili dal simbolo delle storiche plastiche barrate. Non viene esclusa a priori nessuna località, ma c’è una valutazione globale. Per vedere le vele assegnate e conoscere le relative motivazioni, basta inserire il nome del posto che ci interessa.
Bandiere blu
Chi assegna le bandiere blu? La Foundation for Environmental Education (Fee), una ong internazionale, e quest’anno sono 201 le località premiate, 6 bandiere in più rispetto al 2020.
I dati utilizzati dalla Fee per attribuire le Bandiere Blu sono quelli relativi ai prelievi e alle analisi effettuate dalle Arpa regionali. Il metodo per l’assegnazione delle ambite bandiere considera: le acque di balneazione, la certificazione ambientale/gestione dei rifiuti; il turismo, la spiaggia, la pesca professionale; le attività e le iniziative di educazione ambientale e le informazioni sulla sostenibilità ambientale. Le bandiere blu sono riassuntive dei vari parametri, ma non abbiamo info su aspetti specifici (ad esempio la qualità dell’acqua). Dobbiamo considerare che la documentazione che viene richiesta solo alle amministrazioni che presentano la domanda per le bandiere blu ed è basata su autocertificazione. Una località zeppa di ombrelloni, lettini e cabine, con questo sistema, non teme il confronto con una zona non antropizzata.
Nel 2021 la regione che si è vista assegnare più bandiere blu è la Liguria con 32 località premiate, segue la Campania con 19, mentre la Puglia ne ha 17, la Calabria 15, la Sardegna solo 14 e a seguire le altre regioni.
Anna Simone