Italia-Albania, vale la pena trascorrere le vacanze nella terra delle aquile?

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Le vacanze estive del 2018 le ho trascorse nel sud dell’Albania. Dopo aver letto numerosi articoli e post entusiasti di questa terra, mi sono incuriosita e così ho prenotato un volo Milano-Corfù e poi un traghetto Corfù-Sarande. Dico subito che a me – purtroppo – l’Albania non ha “rubato l’anima”, anzi.

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L’hotel era a Sarande, un 4 stelle carino con personale gentile e disponibile. Per accedere, dalla strada principale c’era una discesa molto ripida e di conseguenza una salita altrettanto tosta, quest’ultima creava spesso problemi alla macchina presa a noleggio, che slittava. Chissà perché hanno gettato cemento su quella che è l’originale conformazione fisica del territorio.
Sarande è tutta così: mega salite e discese, anche per andare sulle piccole spiagge cittadine (dove l’acqua non è pulita), fa eccezione solo la zona pianeggiante del porto col relativo lungomare.

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Scorcio di Sarade

Sono contenta dello sviluppo economico che sta avendo l’Albania e agli abitanti (ospitali e pronti ad aiutare il turista in ogni modo) auguro il meglio.
Sono dispiaciuta, invece, perché in vari punti stanno deturpando una terra che non lo merita.
Ho visto molte brutture, costruzioni e manufatti in cemento che rovinano il paesaggio sia montano sia marino. Va bene costruire, per carità, ma con criterio e con un minimo di gusto estetico. In Italia abbiamo gli eco-mostri, ma lì ci battono. Strutture in cemento armato, fondazioni, piazzali o muretti lasciati a metà fanno parte del paesaggio.

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Tra le case più brutte che ho notato

Come sono le spiagge? Bah. Racconto solo ciò che ho visto (da Sarande fino a Himare), il resto del Paese non lo conosco e magari è più affascinante.
Ksamil è molto frequentata, ad agosto c’era il pienone e lo spazio tra un ombrellone e l’altro era impossibile. Ci sono tante piccole calette, quasi tutte attrezzate, e per far fronte alla domanda turistica spesso si vedono delle palafitte di cemento, così da prolungare la spiaggia e piazzare ulteriori lettini. Se siete in cerca di relax, questa zona non è l’ideale.

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Uno scorcio di Ksamil

Altrettanto sconsigliata è Pulebardha beach: non c’è spazio vitale e i lettini sono uno a fianco all’altro, anche sulle pendenze. C’è da tener presente che per arrivare in questa caletta si deve percorre una strada sterrata con l’auto, raggiungere uno slargo senza ombra, parcheggiare e fare varie rampe di scale… col caldo e il sole non è il massimo.

Verso nord non mi è piaciuta Porto Palermo. Qui le auto sono alle spalle degli ombrelloni, quel giorno la spiaggia era piuttosto sporca e poi ci sono delle costruzioni decadenti che rovinano il contesto naturale.

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Porto Palermo

Consiglio di andare a Lukove, Borsh, Piqeras, Qeparo e Himare: le spiagge sono un po’ più grandi e si possono fare passeggiate, i lidi hanno il wi-fi, il mare è pulito, c’è poca gente e costa meno rispetto a Ksamil. Passano anche alcuni ambulanti a vendere la frutta fresca raccolta nelle vicinanze ed è molto saporita.

 

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Lukove
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Lukove
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Qeparo
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Borsh

Guidare, secondo me, è pericoloso. Non c’è segnaletica orizzontale, ma soprattutto non usano le frecce, quindi chi guida le macchine gira o frena all’improvviso. Per fare inversione non ci sono regole, o meglio quella che va per la maggiore è inchiodare e fare manovre in mezzo alla strada, anche se trafficata. Non mancano i sorpassi in curva. Infine, uscendo da Saranda, per andare verso sud o verso nord, ci sono animali che passeggiano per strada, che sbucano all’improvviso o che pascolano sul ciglio delle strade. Il consiglio è: andate piano e siate molto prudenti.

Anna Simone

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